Cremazione
La cremazione consiste nel ridurre in cenere, tramite il calore e non la fiamma, le spoglie mortali del defunto deposto in una bara, unicamente in legno, raccogliendole in un’apposita urna sigillata riportante nome, cognome, data di nascita e di decesso del defunto.
Una volta riposte nell’urna, le ceneri possono essere:
- ospitate presso un Cimitero, non devono essere interrate, ma possono essere conservate in loculi o tombe già date in concessione o in loculi cinerari per i quali sarà necessario richiedere una nuova concessione
- date in affidamento nell’abitazione privata di un familiare ben definito
- disperse in appositi spazi ricavati nei cimiteri, in natura sottostando a precise norme, od in luoghi privati previa autorizzazione del proprietario, ma non è una prassi legalmente approvata da tutti i Comuni quindi non di semplice attuazione oltre ad avere dei risvolti religiosi non indifferenti
- trasformate in pietre preziose (vedi la sezione dedicata a Mevisto)
Le urne cinerarie possono essere trasportate utilizzando un mezzo privato qualsiasi.
La cremazione del corpo del defunto non è di per sé contraria alla fede cristiana né contrasta la verità della risurrezione.
L’esplicita condanna della cremazione da parte della Chiesa risale al 1886 poiché tale prassi era stata assunta dalla massoneria in funzione anticattolica.
Oggi la norma si esprime così: «La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana» (can. 1176).
Tuttavia, la cremazione non è priva di ambiguità, non meno di qualsiasi altro tipo di funerale dove sovente la “religione civile” e la vanità prendono il sopravvento sulla fede.
Infatti, a partire dalla Legge 130 del 2001, che non solo permette la conservazione delle ceneri nelle case private, ma anche la loro dispersione in spazi legalmente stabiliti, l’incinerazione rischia di trasformarsi in una “moda” che finisce per banalizzare il mistero della morte.
La conservazione delle ceneri fra le mura domestiche privatizza una memoria che, soprattutto per i cristiani, è eloquente e di pubblico richiamo alla precarietà di questa vita e al mistero dell’aldilà.
Non possiamo nasconderci che questa “presenza” nelle case private potrebbe anche diventare imbarazzante per gli eredi.
La dispersione delle ceneri non è anticristiana, ma sorge il dubbio che oggi tale prassi esprima una vaga religiosità new age, cioè in un dio impersonale e cosmico. Per questo essa è fortemente sconsigliata; da qui alcuni saggi orientamenti della Chiesa fanno appello alla responsabilità e al buon senso di ciascun cristiano per evitare la banalizzazione del grande evento della morte.
(cfr. www.famigliacristiana.it Silvano Serboni, teologo)
I Vescovi italiani del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ricordano in un loro documento che la cremazione è accettabile, ma non l’usanza di disperdere poi le risultanti ceneri del defunto.
“Prendendo spunto dalla prassi che si sta diffondendo circa le esequie in caso di cremazione, dove sempre più si registrano casi di dispersione delle ceneri in natura o di conservazione dell’urna cineraria in abitazioni private, il Consiglio Episcopale Permanente ha deciso di preparare una lettera pastorale che, oltre a fornire alcuni riferimenti valoriali, impegni la prossimità della Chiesa nel momento della sofferenza e del lutto, quale presenza che condivide, consola e illumina il mistero della morte”.
“La stesura di questo testo sarà affidata alla nuova Commissione Episcopale per la liturgia”.
Si conferma quindi la contrarietà della Chiesa Cattolica alla dispersione delle ceneri in natura proprio per il significato molto distante dal credo religioso in genere.
Meno comprensibile è la contrarietà alla conservazione domiciliare delle ceneri che non contrasta con i principi religiosi. Degno di grande apprezzamento è il richiamo al senso comunitario della morte e la sollecitazione alla vicinanza alla sofferenza ed al lutto da parte dei pastori, per contrastare quella fuga dal lutto della società moderna.
La sepoltura è permessa solo nei Cimiteri e può avvenire in terra, inumazione, o in un loculo/tomba/edicola di famiglia, tumulazione.
L’inumazione è la sepoltura in fossa scavata nella nuda terra. E’ gratuita, se fatta nei campi comuni mentre è a pagamento nei terreni dati in concessione.
Nei campi comuni la salma viene esumata non prima dei dieci anni: nelle altre forme di sepoltura in terra l’operazione è svolta al termine del periodo previsto.
Dopo l’esumazione i resti mortali sono raccolti e destinati o all’ossario comune, o ad un ossario privato.
La tumulazione è la deposizione del defunto in loculo, in tomba o in cappella privata.
E’ sempre a pagamento con un contratto di concessione che varia a seconda dei Comuni e del periodo di concessione; in ogni caso non può superare i novantanove anni.
Dopo l’estumulazione i resti mortali sono raccolti e destinati o all’ossario comune, o ad un ossario privato.
La Gigi Trevisin Srl fornisce una vasta scelta di materiali artistici e cimiteriali di qualità certificata sia in bronzo che in marmo o granito. Offre inoltre un servizio di progettazione e di edificazione di manufatti cimiteriali a richiesta.
Per tutte le decorazioni scegliamo solo prodotti dotati di certificazione per la resistenza alla lunga esposizione alle intemperie, in modo da poter garantire l’inalterabilità delle tombe e delle lapidi.
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La Gigi Trevisin Srl è autorizzata ad effettuare tutte le incombenze che si possono rendere necessarie nei cimiteri: la traslazione, l’estumulazione e l’ esumazione salma.
L’ esumazione consiste nel recupero dei resti delle salme inumate in terra.
L’estumulazione è il recupero dei resti ossei o resti mortali delle salme sepolte in loculi o tombe in muratura.
La traslazione consiste nel trasferire una salma, oppure resti mortali o ceneri, da un loculo, un ossario, un cinerario ad altra sepoltura, in cui il defunto abbia il diritto di essere tumulato.